Ed eccoci qui, nella difficile impresa di recensire un gioco come Horn, palesemente ispirato a grandi capolavori del passato come ICO e Shadow of the Colossus, ma anche a giochi più recenti come Infinity Blade, il che non è necessariamente un male, anzi, ad ispirarsi a giochi illustri si può solo che imparare, l'importante è non ispirarsi troppo! Dal punto di vista tecnico, occorre senz'altro segnalare che, come Infinity Blade, Horn utilizza l'Unreal Engine 3, e dunque può contare su una solida base per quanto riguarda il motore grafico. Si tratta di un motore grafico maturo e flessibile, utilizzato da anni su console e pc, e da un pò meno tempo anche su smartphone e tablet (fino ad ora solo iPhone ed iPad). Tra i giochi realizzati con questo engine ricordiamo Gears of War, Alice - Madness Return, Bioshock, Borderlands e così via (per una lista più completa, visitare questa pagina web). Ovviamente il motore grafico da solo non può far miracoli (anche se aiuta molto!), e credo che sia da lodare molto il lavoro svolto da Phosphor Games (già autori del poco fortunato survival horror Dark Meadow), i cui sviluppatori sono stati in grado di creare un mondo tridimensionale credibile, con una grafica di altissimo livello, effetti di luce notevoli ed in generale una qualità complessiva superiore alla media su smartphone/tablet Anroid. Intendiamoci, di giochi con una grafica paragonabile alle console odierne (certo, difficilmente arriviamo alla stessa qualità dei titoli AAA) ce ne sono, come ad esempio Dead Trigger, Shadowgun, alcuni titoli Gameloft (Asphalt, ad esempio) e poco altro. Logicamente, dato che il budget tipico dei giochi per smartphone e tablet non è molto elevato, le produzioni non presentano in genere un grafica molto elaborata, nè un alto grado di originalità: predominano i porting di giochi (spesso indie) da pc e console, o i cloni di giochi più famosi (l'originalità costa, non fosse altro perchè spesso i giochi originali ci possono mettere anni per essere sviluppati, mentre in genere i giochi mobile hanno un ciclo di svilippo di alcuni mesi). Tutto ciò non vuol dire che Horn sia poco interessante dal punto di vista della storia, anzi, le premesse sono più che avvincenti: il protagonista Horn si risveglia in mezzo a delle rovine, senza ricordare cosa possa essere successo, solo per scoprire che tuttonil suo villaggio è in preda ad una maledizione, infatti tutti i suoi abitanti si sono trasformati in esseri meccanici (un pò come aveva fatto il bizzarro dr. Robotnick in Sonic), e solo Horn può salvarli da questo anatema! Ovviamente l'unico modo per riportare gli esseri meccanici al loro stato umano consiste nel malmenarli per bene con le armi a propria disposizione! Talvolta per far del bene alle persone che si ama evidentemente bisogna prima far loro del male (beh, non proprio, ma il messaggio sembra questo...)