La trama è questa: mentre ci stiamo divertendo a fare i romanticoni con la nostra ragazza, in un prato ricco di fiori, un cattivone (il Ninja oscuro in questo caso) rapisce la povera malcapitata che, in questo caso, gli è utile per poter prendere il controllo del mondo dei miracoli (non è dato sapere in che modo). Per fortuna il Ninja bianco (che sia il fantasma di Joe Musashi) ci donerà enormi poteri che permetteranno di affrontare le indicibili armate del cattivo dei cattivi.
Dopo aver cominciato a giocare, però, un misto di stupore e meraviglia, comparve in me!
Alex Kidd in Shinobi World si configura come una parodia di Shinobi, tutto è più “tondo” e simpatico, un vero connubio tra la serietà di Shinobi e l’ilarità di Alex Kidd in Miracle World; è come se SEGA avesse fatto la parodia di se stessa, e vi assicuro che una pratica del genere, nel 1990 non era proprio una cosa diffusissima.
La giocabilità sfiora livelli di perfezione: ottimi i controlli e la risposta ai comandi, il gameplay immediatissimo si fonde con una perfetta curva di difficoltà; ogni livello sarà un po’ più difficile del precedente. Buono anche il level design, che pur risultando semplice, non scade mai nell’estrema linearità o nella banalità.
Ma vediamo com’è questo gioco: come già detto è un action/platform, quindi avremo nemici da infilzare con la spada e piattaforme su cui saltare. Dimenticatevi la strategia di Shinobi qui è tutto più semplice.
Per quanto riguarda le piattaforme abbiamo di tutto: da quelle mobili, a quelle che scompaiono, da blocchi galleggianti a blocchi che cadono, scale, carrellini trasportatori. Da segnalare anche la presenza di un livello subacqueo, ben fatto.
La parte action invece si fregia di due trovate interessanti. La prima è la possibilità di rimbalzare sui muri; questa caratteristica, in concomitanza di due pareti piuttosto vicine, rende possibili scalate ai limiti della vertigine. La seconda è la capacita di aggrapparsi ad aste verticali o orizzontali, per esempio tubi o lampioni, e di dondolarsi su di esse sempre più velocemente, fino a diventare vere e proprie palle infuocate! A questo punto Alex Kidd può lanciarsi a grande velocità, distruggendo tutto ciò che trova (anche alcuni speciali massi) raggiungendo zone molto alte o comunque inaccessibili in altri modi.
Ovviamente tra i vari bonus contenuti in apposite casse del tesoro rosse troviamo i cuori (aumentano l’energia del protagonista), le vite extra, la sfera di cristallo Ninja (una specie di super mossa/bomba) che trasforma Alex in un tornado e per finire due tipi di potenziamento offensivo: la P che aumenta la potenza della spada e i dardi, decisamente simili agli Shuriken di Shinobi.
Il lato tecnico è di buona fattura e la reinterpretazione grafica del primo grande titolo di Joe Musashi fatta dai programmatori e semplicemente sublime. Il campo sonoro riesce a rendere più “corpose” le musiche del titolo che prende in giro e gli effetti sonori paiono azzeccati.
Il lato oscuro di questo gioco è la longevità, mi ricordo che lo finii in un giorno.
Si avete letto bene un giorno; come sempre la durata dipende da quanto tempo dedicate all’intrattenimento videoludico e dalle vostre capacità individuali, ma questa produzione Sega è veramente facile.
Solo quattro aree divise in tre livelli ognuna (compreso il boss); veramente poco.
Il mio stupore iniziale si trasformò presto in delusione.
Mi sono cronometrato e dalla schermata del titolo alla fine ci ho messo 12 minuti! Per farvi un esempio con un altro titolo bellissimo ma facile, Castle of Illusion (versione per Sega Master System) dura quasi il doppio ed è anche meno facile!
L’estrema immediatezza non trova la profondità che meriterebbe. Tante le buone idee che rimangono quasi sprecate visto il loro utilizzo minimo (esempio la capacità di rimbalzare sui muri).
Probabilmente nemmeno i programmatori si accorsero che stavano creando un capolavoro; forse alla Sega volevano produrre un titolo che oggi chiameremmo “low budget”, o forse volevano creare un videogioco adatto ai bambini, ma bastavano una manciata di livelli in più, una difficoltà maggiore e un piccolo sforzo in più per quanto riguarda la struttura dei livelli a rendere un gioco da 1 / 2 giorni una pietra miliare nella storia dei videogiochi. Un vero peccato.
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