Il titolo SEGA seguiva gli stilemi del picchiaduro a scorrimento tanto cari a Technos e al suo iconico Double Dragon, ma li riadattava e li sposava con un immaginario fantasy debitore del film Conan il Barbaro. Arrivava nelle sale giochi l’hack’n’slash secondo SEGA, nel quale armi e stregoneria coesistevano armoniosamente. E fin dai primi istanti il giocatore veniva immerso in un mondo che sprigionava epicità da ogni pixel, come nessun esponente del genere per l’epoca. Inserivi il gettone e la morte ti offriva la possibilità di scegliere il guerriero che doveva affiancarti nella disperata impresa e ognuno dotato di parametri distintivi classici del genere: il forte, il bilanciato, il veloce.
Alex (Kidd?) prima di morire ci dirà che il re e la principessa sono stati attaccati da Death=Adder che ha fatto sua l’ascia d’oro, il simbolo della nostra vendetta. Da lì in poi iniziava un’avventura lunga 5 stage fatti di villaggi in fiamme, città situate su tartarughe giganti e aquile volanti, affrontando barbari, scheletri, amazzoni, guerrieri corazzati, giganti. Riprendere in mano adesso il titolo SEGA è rendersi conto che bastava poco per iniettare varietà in un picchiaduro a scorrimento. Perché in Golden Axe erano sufficienti pochi tasti per combattere, saltare, correre (cosa abbastanza inedita per l’epoca) e la combinazione di questi elementi produceva un altro set di importanti mosse.
Anche la magia era un forte elemento di varietà ed era uno dei tratti che più caratterizzavano i nostri tre guerrieri. Ognuno di loro era portatore di una magia elementale: Ax la terra, Tyris il fuoco e Gilius il fulmine. A seconda di quanto fosse piena la barra della magia il nostro alter ego con una posa plastica faceva partire una sorta di evocazione magica diversa per potenza e varietà, con l’attacco più potente sferrato dalla mitica amazzone Tyris. Ad aiutare i nostri eroi nell’impresa c’erano anche delle creature mitologiche, un drago e degli strani esseri bipedi chiamati Bizarrians, da cavalcare (e cavalcabili anche dal nemico) e dotate di attacco e salto. Ed è importate notare come la magia variabile, la cavalcatura delle creature, la corsa con relativi attacchi fossero quegli elementi distintivi che arricchivano il format del rullacartoni e che famosi esponenti del genere dopo non hanno minimamente preso in considerazione. SEGA era avanti quando si parlava di coin-op, lo è sempre stata, non solo nell’aspetto tecnico, ma anche nell’implementare le idee.
Ma quello che, secondo chi vi scrive, è il vero miracolo di SEGA con Golden Axe è di avergli infuso personalità, un’anima, e per un picchiaduro a scorrimento non è scontato, anzi è un grande pregio. Perché Golden Axe è Golden Axe, un’icona del retrogaming che ha fatto il giro di console e home computer tanto della meritata fama. È l’incredibile perizia di SEGA ad aver raccontato con pochi mezzi l’impresa di 3 guerrieri emozionando il giocatore facendolo sentire parte del gioco. È difficile da spiegare a chi non ha mai provato il titolo SEGA. Ma sono tanti i momenti memorabili: dalla magica scena della penna che disegna il nostro percorso sulla mappa, la rabbia nel vedere gente scappare dai villaggi dalle angherie dei mostri, ma che ci fa sentire ancora più forti perché possiamo salvarli, le urla strazianti dei nemici uccisi, le notti di riposo al fuoco tra uno stage all’altro nella quale ci fanno compagnia i piccoli Goblin (da prendere a calci) portatori di tesori come l’energia o le ampolle blu per la nostra barra della magia, la posa stilosa dei nostri eroi quando lanciano una magia, gli stage che emanano tensione e disperazione, la geniale scena finale! Tutto questo accompagnato da una colonna sonora pazzesca, a tratti trionfale, a tratti avventurosa, ma in generale epica, come tutto il gioco, del resto. Il titolo Sega non sarebbe stato lo stesso senza una colonna sonora così ben scritta. Già dall’inizio la mitica Wilderness gasava il giocatore e credetemi far roteare una spada a destra e a manca mentre la musica ti incalzava era una delle cose più divertenti da fare in una fumosa sala giochi di quel tempo.