Le frequenti incursioni dell'Intellivision nelle proprietà intellettuali altrui non hanno mai fruttato veri plagi: i programmatori della Mattel sono sempre stati capaci di metabolizzare i cardini delle varie meccaniche di gioco, rimodellandole con un tocco di personalità, talvolta assemblando ispirazioni tratte da titoli differenti.
Night Stalker parte esattamente dal concept ludico di Berzerk calato, per l'occasione, in un'ambientazione orrorifica dal gusto vagamente gotico, pullulante di pipistrelli, fantasmi e mostriciattoli vari. Oltre alla personalità cromatica, salta subito all'occhio la struttura del livello, privato delle uscite ai bordi dell'area di gioco e dalle pareti interne notevolmente più spesse. Si tratta di due differenze capaci di incidere in maniera determinante sul delineamento dell'esperienza di gioco. La prima, difatti, comporta un restringimento dell'area percorribile tale da privare il giocatore della libertà di movimento vista in Berzerk, dove ogni parete era spessa dell'unità di un pixel. Il contatto con esse, in Night Stalker non è letale, spingendoci quindi ad appropinquarci con frequenza ai vari bordi, ma il senso di costrizione è tangibile, restituendo una sensazione simile a quella derivata dagli angusti labirinti di Pac-Man. La mancanza delle uscite nei livelli, inoltre, ci relega indissolubilmente alla stessa, invariabile, mappa, senza la freschezza delle 255 schermate accessibili nel coin-op della Stern. Ciò si traduce in un'inevitabile monotonia di fondo, che prova a liberarsi del suo torpore con una sfida gradualmente crescente in difficoltà e velocità. Non riuscendoci, purtroppo. Anzi, la noia ci attanaglia sin dalle prime battute, a causa di un gameplay dal ritmo che definire compassato è un eufemismo. E' tutto soporifero: l'andatura dell'omino da noi controllato è accettabile ma, nelle prime battute, a penalizzare il divertimento è principalmente la pigrizia dei nemici, tutt'altro che scatenati. E' fondamentale attendere qualche minuto per poter assaporare il reale potenziale del prodotto e, nelle prime partite, questa lenta escalation cinetica ci potrà essere utile per assimilare il sistema di controllo propostoci dalla Mattel. Distaccandosi da quanto proposto da Berzerk, Night Stalker ci offre la possibilità di far fuoco in direzioni differenti da quella in cui ci stiamo muovendo. Di per sé, sarebbe una buona idea, ma la realtà costringe le buone intenzioni a collidere con la crudezza di un controller inadeguato e di un'utilità solo relativa di una simile possibilità. Il disco a 16 direzioni dell'Intellivision è storicamente un osso duro da maneggiare ma alla Mattel sono riusciti ad aggravare il quadro obbligandoci a sparare tramite l'uso esclusivo del tastierino numerico annesso, dove ogni numero corrisponde ad una direzione. Il doppio controllo direzionale risulta fondamentale ed appagante in prodotti sullo stile di Robotron o Smash TV, dove l'area di gioco è vasta, sgombra da ostacoli e dove il controller è pensato per un utilizzo del genere. Qui, tutto ciò è superfluo, con un'azione umiliata dalla ristrettezza dei passaggi, rendendo questa scelta assolutamente fastidiosa e inopportuna. Parlando di fuoco, è doveroso citare una peculiarità di Night Stalker: la nostra arma di ordinanza è una semplice pistola caratterizzata, tuttavia, da un numero limitato di munizioni. La parsimonia è di dovere, ma avremo la possibilità di ricaricarla tramite il raccoglimento di alcune pistole, appunto, che compariranno lungo il labirinto, restituendoci cinque colpi per ognuna.
Night Stalker parte da un sacco di buone intenzioni ma, purtroppo, lì si ferma. Manca l'opportunità di colmare una lacuna nella softeca Intellivision e non si può che avvertire un giustificato rammarico per un'occasione mancata, probabilmente, per colpa di un'eccessiva ricercatezza. In particolar modo, il ritmo iniziale troppo blando ed un sistema di controllo inadeguato corrompono quanto di buono è stato messo a punto sul piano dello stile e della realizzazione tecnica, non clamorosa, ma più che adeguata al compito prefissato.
Altre versioni
Night Stalker, nonostante alcune pecche, divenne un titolo di un certo richiamo, tale da meritarsi anche una trasposizione su Atari 2600. Più che una conversione diretta, questa versione appare come una rivisitazione del tema, presentando caratteristiche affini ma un'area di gioco quasi irriconoscibile ed un sistema di controllo più intuitivo dovuto alla mancanza del tastierino numerico.
Gianluca "musehead" Santilio
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