Ultimate Body Blows per Amiga CD32, è la summa dei due precedenti capitoli usciti per macchina Amiga classic. Prima ancora che Midway tirasse fuori per Playstation il trilogy della famiglia Mortal Kombat, Team-17 fece questo dono inaspettato ai possessori della sfortunata consolle di casa Commodore, facendo notare come sempre (sarò di parte) un’avveniristica visione sull’andazzo generale dei videogame.
Prendiamo in esame questa versione che comunque differisce poco dallo spirito originale del primo capitolo, mettendo in chiaro che ciò che sarà descritto in determinata sede potrà essere preso a grandi linee per tutta la saga.
Il primo BodyBlows nacque per Amiga OCS/ECS nel periodo in cui Street Fighter 2 mieteva vittime sacrificali nel mondo dei videogame. Sull’Amiga fu fatta una conversione di quest’ultimo su cui è meglio sorvolare per mera pietà artistica e, intanto, i poveri Amighisti che si trastullavano i pollici con giochini tipo Full Contact (sempre del Team-17) o ancora con IK+ (ormai preistorico), cominciavano a chiedersi quando sarebbe venuto il tempo anche per loro di gustarsi la bellezza di un picchiaduro di ultima generazione. L’utenza chiama, Team-17 risponde: nel 1993 arriva BodyBlows e la comunità Amiga si spacca praticamente in due. Le scuole di pensiero si dividono tra chi lo proclama capolavoro indiscusso, e chi lo ritiene una vera schifezza indegna perfino dell’etichetta di picchiaduro. Niente via di mezzo per questo prodotto, nessuna sfumatura di grigio, per BodyBlows era bianco o nero, capolavoro o schifezza.
Dal punto di vista personale, il prodotto valeva. Ho sempre adorato il Team-17, il loro modo particolare di creare un videogioco, la loro diversità, essendo anche ben consapevole di poter aprire battaglia con chi reputa i prodotti di questa software house poco giocabili per via di una curva di difficoltà spesso elevata, ed essere appoggiato da chi invece ritiene i loro titoli profondi nel gameplay e non da partita sporadica perditempo. I difetti più evidenti da ricercare sin dalla prima apparizione di BodyBlows sono principalmente: un numero troppo esiguo di animazioni messe a disposizione per i personaggi, e una tecnica di gioco che in pratica “non esiste”. Nel primo caso si nota una staticità elevata tra movenze grezze e tozze, nel secondo il difetto è più grave ed è anche il maggiore motivo per cui i puristi del genere non digeriscono nessun BodyBlows esistente. Durante i furiosi combattimenti, difatti, non aspettatevi certo di usare tecniche alla Street Fighter 2, o di assistere alla potenza distruttiva di Mortal Kombat, no, niente di tutto ciò. Quello che vi sarà chiesto di fare tramite il solo pulsante a disposizione e le diverse posizioni della croce direzionale del vostro joypad sarà di attendere che l’avversario sia a guardia bassa, per poi potersi scagliare contro di lui a piena forza, senza tecnica, senza pensare, ma solo smanettando a più non posso alla ricerca del male maggiore da potergli infliggere. Questa procedura la potremmo ripetere sempre e, purtroppo, contro ogni personaggio che affronteremo. Ecco i mali maggiori di BodyBlows. Sull’animazione non c’è dubbio alcuno, si sarebbe potuto osare di più, soprattutto alla luce della versione CD32, ma sul tipo di gioco, lascio a ogni singolo utente il gusto di poter scegliere se amare una tipologia di combattimento “diversa” dal solito, e quindi apprezzarlo, o continuare con inutili e sterili paragoni con i già citati campioni indiscussi del genere, e quindi, odiarlo.
Ma lì dove sorgono difetti, nascono anche tanti pregi. Come noto a ogni prodotto del Team-17, il lato tecnico fa la parte da leone. Gli sprite si mostrano belli grossi, con pochi frame di animazione certo, ma di definizione elevata. Gli scenari sono da capogiro; escludendo per un attimo quelli del primo BodyBlows per gli Amiga di prima generazione (non che siano brutti per carità), ma da Galactic e quest’Ultimate in poi si fa uso pieno del chip AGA, e quello che ne viene fuori è a dir poco bello. Fondali come quello in stile italiano immerso tra le case su di un lungo mare, oppure quello con il Buddha alle spalle dei lottatori (sì, proprio come quello di Sagat in Street Fighter 2) fanno notare un livello di dettaglio come sempre artistico e piacevole da ammirare, ma, soprattutto, notevolmente superiore a quello proposto dalla media di altri famigerati titoli sul genere in questione. Il sonoro è anch’esso ottimo: voci digitalizzate di ogni genere fanno da contorno alle varie mosse, belle musiche per tutti i capitoli della serie, ed eccellenza per il CD32, che espone tracce audio da cd di fattura veramente elevata.
Come accennato a inizio recensione, uno dei maggiori punti di forza della versione CD32, risiede nella possibilità di poter usufruire di tutti i personaggi presenti nell’intera saga. Ritorneranno quindi i mitici Ninja e Cossak del primo capitolo, mischiati con Lazer e Dino provenienti dal secondo, affiancati anche da personaggi come Mike, che figurava tra i cattivoni finali da battere nel primo BodyBlows e selezionabile solo nella versione AGA di quest’ultimo, per un totale di ventidue personaggi presenti e venti selezionabili. Leggermente incasinato da spiegare, lo ammetto, ma ce n’è veramente per tutti i gusti, ed è nuovamente presente anche Max, il mega boss finale sparito nell’episodio Galactic.
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